Emozioni e sentimenti sono molto importanti per noi esseri umani. Non potremmo mai farne a meno. Anche se non ce ne rendiamo conto, ci fanno costantemente compagnia. Arricchiscono o impoveriscono le nostre giornate; nutrono pensieri, ragionamenti, giudizi e pregiudizi; ed intervengono nelle nostre scelte. In altri termini, governano il gran ballo, pieno di incertezze e meraviglia, delle nostre vite.
Le nuove frontiere delle neuroscienze: emozioni e apprendimento.
Studi e ricerche confermano, infatti, che esiste una triangolazione perfetta tra i processi di apprendimento, il mondo emozionale e il successo o l’insuccesso scolastico. È ormai un dato acquisito che, l’interesse e soprattutto il coinvolgimento emotivo, svolgano un ruolo centrale nei processi vitali, quali la comprensione, l’attenzione e la memoria. Non a caso, Maryanne Wolf, una delle più autorevoli neuroscienziate del panorama mondiale, ha potuto asserire che «la qualità del nostro pensiero dipende dalle conoscenze di base e dalle emozioni che ciascuno di noi mette in gioco.». L’apprendimento, insomma, è legato a doppio filo ai nostri stati d’animo, ai nostri più o meno ineffabili umori.
Perché l’educazione emozionale dei ragazzi a scuola. Il rischio che rimangano travolti dalla tempesta.
Questa consapevolezza ha un’importante ricaduta al livello didattico. La scuola è chiamata a un coinvolgimento diretto nell’ educazione emozionale dei ragazzi. Considerato il ruolo che occupano nella nostra esistenza, non può più sottrarsi all’impegno di insegnargli a:
– riconoscere emozioni e sentimenti;
– saperli esprimere;
– prendersene cura.
D’altronde, come ci avverte il filosofo Umberto Galimberti, che da anni si interroga su questi argomenti, il rischio che si corre è quello lasciare gli allievi in balia del loro mondo interiore. Ciò li espone a un grave pericolo, quello di essere travolti da un fiume in piena e di essere trascinati, «a loro insaputa, in luoghi dove […] più non si riconoscono, o peggio ancora, dove si riconoscono senza essere stati loro a dirigere il proprio cammino e tanto meno ad aver scelto la meta a cui sono giunti.».
Le emozioni in classe: una nuova legge.
All’inizio di quest’anno è stata approvata, all’unanimità, la Legge 2782/2022, che disciplina la «Disposizione in materia di insegnamento sperimentale dell’educazione all’intelligenza emotiva nelle scuole di ogni ordine e grado». Dopo anni di sperimentazioni non ufficiali, e buone pratiche affidate dalla solerzia dei singoli, le competenze non cognitive o life skill entrano così, finalmente, di diritto, nei programmi scolastici.
Non poteva essere altrimenti. Come annota con solerzia il legislatore, lavorare in classe su emozioni e sentimenti serve a:
– promuovere il successo formativo;
– prevenire la povertà educativa;
– contrastare la dispersione scolastica.
fonte: Educazione emotiva a scuola: perché introdurla in classe. Gli attivatori delle emozioni di Sarah Pozzoli - focus-scuola.it